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Forse mi uccideranno domani
  • PTM leader Manzoor Pashteen
    PTM leader Manzoor Pashteen
È giovane e bello e sfoggia una barba curata, proprio come Che Guevara. E indossa un berretto distintivo, un berretto che è diventato il simbolo della lotta dei Pashtoon contro il governo islamico. Ha studiato da medico, come il Che. Ma le somiglianze finiscono qui, perché a differenza del Che, Manzoor Pashteen non crede nella guerriglia o nella lotta armata. La protesta dei Pashtoon sotto la sigla del Pashtoon Tahafuz Movement, fondato da Manzoor e alcuni dei suoi amici più stretti, va avanti da più di un anno in modo pacifico e democratico, eppure molti di loro sono stati arrestati, perseguitati, picchiati o addirittura ammazzati dalla polizia. L'ultimo a morire, il 2 febbraio scorso, è stato Armam Loni. "Lo Stato ha ucciso il nostro amico membro del PTM" dice Pashteen “e noi abbiamo presentato una denuncia contro il suo assassino, un agente di polizia in pensione dall'esercito pakistano. Siamo stati attaccati mentre andavamo al funerale di Armam, hanno persino sparato alla mia macchina ". E nei giorni successivi la polizia ha brutalmente attaccato i manifestanti che protestavano in molte città pakistane. Il 5 febbraio, una decina di membri del PTM è stata arrestata a Islamabad davanti al National Press Club: senza motivo, dice Manzoor. E aggiunge: "Durante lo stesso giorno nella stessa città c'è stata una protesta di terroristi mujahedin in solidarietà con il Kashmir. Le forze di sicurezza non li hanno disturbati, ma hanno torturato e arrestato i membri pacifici e nonviolenti del PTM che chiedevano soltanto diritti umani e civili ". Il PTM è sceso in piazza lo scorso anno a febbraio dopo l'uccisione in un finto scontro con la polizia di Naqeebullah Mehsud, membro del PTM e aspirante modello. Mehsud, secondo i suoi assassini, era un terrorista. "Le agenzie di intelligence e l'esercito pakistano" dice Manzoor "lo fanno in modo sistematico. Prendono di mira qualcuno, lo accusano di essere un terrorista, sollevano false accuse e poi lo uccidono impunemente. Questo è quello che in Pakistan si chiama 'guerra al terrorismo'. I comandanti talebani condividono gli stessi campi con l'esercito pakistano, se non fosse tragico farebbe anche ridere. Nella mia zona, su 88 cosiddetti talebani uccisi dall'esercito, solo uno era un vero talebano. Tutti gli altri erano civili, gente comune ". Il PTM è stato fondato da Manzoor e dai suoi amici ai tempi dell'università, dopo che le loro case sono state prima perquisite e poi rase al suolo dall'esercito durante la "guerra al terrorismo". I ragazzi organizzavano dimostrazioni dimostrazioni all'Università: Manzoor è stato arrestato una o due volte e alla sua famiglia è stato ordinato di ritirare il ragazzo dagli studi perchè 'mentalmente instabile'. Il generale dell'Isi che lo aveva preso in custodia lo ha minacciato ordinandogli di smettere perchè "Il ​​morale delle nostre truppe ne risente. Fermati, se non vuoi subirne le conseguenze. Gli ho detto che non mi importa della mia vita. Puoi uccidermi, torturarmi, picchiarmi ma alla fine sarai costretto a smettere. Smetti di uccidere gli innocenti, smetti di umiliare le nostre donne, smetti di far sparire le persone, smetti di tagliare la gola ai nostri anziani. Smetti di ospitare talebani nel tuo forte ". Alla fine è stato rilasciato, e la protesta è continuata. Il PTM chiede al governo di fermare le sparizioni forzate, di fermare le uccisioni extragiudiziali. Portate le persone in tribunale, dicono Manzoor e i suoi, e punitele se vengono giudicate colpevoli.. Il PTM chiede che l'esercito e l'Isi smettano di uccidere e torturare la gente durante la "ricerca di terroristi", che siano rimosse le mine dalle loro terre, che gli sia permesso di denunciare i colpevoli di abusi, che si colpiscano i veri terroristi e non i civili. Chiedono che il mondo si accorga delle loro condizioni. Risultato, sono etichettati come "agenti stranieri" dallo stesso Stato che dovrebbe garantirgli giustizia. E Manzoor è molto chiaro su questo argomento: "Fatemi capire: secondo il governo, la RAW e l'India dovrebbero essere i nostri peggiori nemici. Ma Kulbushan Yadav che, dicono, è una spia indiana, non è scomparso e non è stato condannato in via extragiudiziale. Se siamo agenti della RAW, dovremmo ricevere lo stesso trattamento. Ma evidentemente noi siamo considerati anche al di sotto delle spie straniere, perché veniamo torturati e uccisi senza accuse, senza prove e senza processo ". La protesta continuerà, qualunque cosa accada. Manzoor non ha paura "Non mi uccideranno adesso, non finché qualcuno tiene i riflettori puntati su di noi. Ma non posso escludere la possibilità di essere ucciso comunque, non dallo stato ma dai loro sgherri talebani o jihadisti. Ma la mia vita non è importante Possono uccidere me, ma non possono uccidere il movimento. La nostra lotta andrà avanti, fino all'ultimo uomo e fino all'ultimo giorno ".
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